Da Nonna Quercia al Pino di Garibaldi gli alberi millenari che rischiano di sparire minacciati dall’uomo e da nuovi parassiti: “Serve una legge nazionale”
In Italia purtroppo i grandi alberi detti anche “monumentali” non sono protetti da adeguate leggi.
E’ di Dicembre l’ultimo progetto di legge del Governo arenatosi dopo l’approvazione in Senato sulla tutela di alberi monumentali e verde urbano. Da più voci si chiede una normativa unitaria per la tutela di alberi che non godono di considerazione nazionale se non, talvolta, nei criteri paesaggistici del Codice Urbani.
Qualche regione ha effettuato il censimenti arborei in autonomia, ma non sono previsti fondi specifici statali per preservare un patrimonio irripetibile, minacciato da stravolgimenti climatici e nuovi parassiti.
Per citare solo alcuni dei problemi che affliggono i nostri alberi ricordiamo: il punteruolo rosso delle palme che sta intaccando sensibilmente il numero di esemplari monumentali di Phoenix; il Tarlo Asiatico che attaccata latifoglie nei parchi lombardi e romani, mentre la mosca del castagno devasta i grandi castagneti dell’Appennino.
Fortunatamente negli ultimi vent’anni i boschi italiani sono aumentati di due milioni di ettari, ricolonizzando in modo naturale zone agricole abbandonate, la stima totale a bosco è di 10 milioni e 400 mila ettari, mentre gli alberi sarebbero circa 12 miliardi. Pensate siano molti? Invece no, considerando quanti ogni anno vengono distrutti da nevicate eccezionali e incendi più o meno accidentali e dall’infinita avanzata dell’uomo.
L’allarme viene lanciato anche da Gianmichele Cirulli, presidente della Sia – Società italiana di arboricoltura:
“E’ disattesa quasi ovunque la legge Rutelli, che vuole la piantumazione di un albero per ogni nuovo nato, mentre i nostri migliori enti pubblici destinano al verde meno dell’1 per cento del bilancio contro il 2-3 per cento del nord Europa.”
Mentre a Roma invece ancora non si dispone di un regolamento del verde la Quercia del Quadraro la farnia più grande del Lazio viene uccisa da brutali scavi in corrispondenza delle radici così come le ferite inflitte dai mezzi meccanici alla stupenda psudosughera del cimitero di Sezze.
La gente ama sempre più il verde, l’ignoranza pero’ è politica, come non ricordare il comunicato di un gruppo di senatori che citavano in materia di salvaguardia degli alberi monumentali la celebre Quercia del Tasso, peccato che fosse morta nel 1842, colpita da un fulmine.
La regione con più alberi è l’Emilia Romgna con 1816 piante per ettaro seguita da Ubria 1815 piante per ettaro e 1779 per le Marche. Fanalino di coda sono la Sicilia 760 e la Valle d’Aosta 708.
Qualche informazione sugli alberi monumentali in pericolo:
Nonna Quercia – Castelvetro Picentino (Piacenza)
20 m di Altezza
4 m circonferenza tronco
35 m diametro chioma
Simbolo dell’opposizione alla realizzazione del terzo ponte sul Po, bretella destinata a compromettere centinaia di ettari incontaminati.
Cipressi di Bolgheri – Castagneto Carducci (Livorno)
Castagno dei Cento Cavalli – Sant’Alfio (Catania)
Età stimata: da 2 a 4 mila anni il nome deriva dai destrieri che, secondo la leggenda, durante una burrasca trovarono riparo sotto le sue fronde
Pino dell’Aspromonte – Reggio Calabria
Il 29 agosto 1862 Giuseppe Garibaldi, ferito dall’esercito regio, fu soccorso ai piedi del pino
Quercia delle Cento Pecore – Scorrano (Lecce)
14 m di Altezza
17 m diametro chioma
Piegata da una tempesta nel 2008 un gruppo di giovani ha tentato di rialzarla
S’Ozzastru – Luras (Olbia-Tempio)
E’ un olivastro
Ha tra i 300 e i 400 anni
14 m di Altezza
Platani di Villa Borghese – Roma
Sono stati piantati durante l’originaria progettazione del parco, nel XVII secolo
Quercia Vallonea di San Sebastiano – Galatina (Lecce)
Ha circa 300 anni
I cittadini hanno domato un incendio, i progetti di una nuova strada provinciale prevista a pochi metri non fa sperare nulla di buono. Al momento è custodita e protetta da un gruppo di cittadini che si sono riuniti in comitato.
Articolo liberamente tratto da Repubblica del 20/01/2013 – Articolo di Margherita D’amico