Dopo un anno e mezzo come presidente di Arbio Italia era necessario che io andassi a vedere con i miei occhi e a toccare con mano la natura dove il progetto di Arbio viene realmente attuato. Era da molto che volevo andare a conoscere la concessione di 916 ettari nella regione di Madre de Dios in Perù e a trovare i miei colleghi di lavoro “a distanza” (Tatiana Espinosa, Michel Saini e Rocio Espinosa), e così ai primi di ottobre sono partito da Malpensa per raggiungere Lima. Dopo un paio di giorni mi sono spostato a Puerto Maldonado, città immersa nella foresta amazzonica peruviana che sa un po’ di nuovo far west e nella quale ha sede Arbio Perù.
Dopo aver incontrato Michel e Tati (con Michel ci eravamo visti per l’ultima volta nel maggio di quest’anno, con Tati non ci si vedeva dal 2011), ed aver iniziato a trattare alcuni temi riguardanti il progetto, dopo due giorni e dopo la preparazione tecnica siamo partiti per la concessione.
Il viaggio nella concessione è il seguente: si parte in auto da Puerto Maldonado, si procede lungo l’autostrada inter-oceanica in direzione Brasile, dopo un’ora di viaggio si svolta e si entra direttamente nella foresta per una strada sterrata. La strada, quando piove, molto spesso è difficile da percorrere: fango rosso appicicoso e scivoloso, “ponti di assi” molto precari e ghiaia che fa affondare le ruote dell’auto. Lungo questo tratto di strada che si percorre per un’altra ora si incontrano diversi camion colmi di legname appena tagliato, ruspe e altri mezzi pesanti. La strada finisce sul fiume Las Piedras a Puerto Lucerna dove ad attenderci sotto il porticato di un negozietto c’è Don Carlos, l’esperto custode della concessione. Carichiamo la barca con provviste, benzina e altro materiale e partiamo. Il viaggio in barca dura due ore, la canoa a motore procede lentamente spinta dal suo piccolo motore e la navigazione non è facile dato che il fiume ha raggiunto il suo livello stagionale più basso e quindi sono numerosi i banchi di sabbia da evitare.
Arriviamo nella concessione, dove fa un caldo umido veramente esagerato, e dove ci sono mosquitos e zanzare ad “accoglierci”.
Nella concessione dove trascorriamo cinque giorni, Michel, Tati e Don Carlos mi spiegano l’organizzazione del campo base: una capanna come dormitorio, una come cucina e una come bagno. Il pozzo è in fase di realizzazione e quindi per il momento si beve l’acqua del fiume!
Le attività che durante i 5 giorni svolgiamo nella concessione sono: mantenimento dei sentieri di esplorazione, controllo dello stato delle etichette identificative degli alberi censiti, realizzazione del bagno secco, visita e mantenimento dei rapporti con la comunità Yine a 10 minuti di barca dalla concessione, piantumazione di alcune specie di frutti, risalita di un albero di Ojè alto circa 30 metri (sotto il quale vorremmo realizzare una capanna, sempre utilizzando alberi caduti) e avvistamento di animali.
Riguardo all’avvistamento una sera scendendo lungo il fiume, molto vicino a dove viene ormeggiata la barca e a pochi metri dal campo base, avvistiamo uno splendido esemplare di caimano bianco sulla spiaggia che si appresta ad entrare in acqua. Nell’occasione Don Carlos, che vive 9 su 12 mesi all’anno, isolato nella concessione, ci dice che almeno un paio di volte, di sera , ha avvistato un giaguaro che da lontano fissava il campo base. Sono presenti molti animali nella concessione, lo testimoniano anche le foto che periodicamente riusciamo a scattare grazie a delle foto trappole installate nei pressi di uno stagno a circa 500 metri dal campo base.
L’esperienza più bella è sicuramente quella di camminare dentro la foresta, sotto alberi alti decine e decine di metri, collegati fra loro da una miriade di liane, dove sono presenti specie completamente differenti tra loro e circondati da delle coloratissime farfalle che volano in modo casuale: è il momento più semplice e più bello quello di respirare l’aria della foresta, annusare i suoi odori, toccare i tronchi e stare a testa in su a guardare gli animali. In questo momento ti rendi conto che vale la pena sopportare il caldo, gli insetti per stare DENTRO LA FORESTA e in cui capisci davvero che COESISTERE CON LA FORESTA E’ POSSIBILE, e che il lavoro di Arbio è veramente utile!
Guido Scaccabarozzi
Presidente Arbio-Italia
Bravissimi ! un progetto molto appassionante. Ma quanto è grande l’albero che si vede nella foto ? e che albero è ? lo chiedo a voi perchè sicuramente siete degli esperti e non come tutti quelli che parlano di Amazzonia, ma non distinguono un manico della scopa da una quercia. Scusate se misono dilungata, continuate così e tanti auguri
Giovanna
Direttamente dal Perù Michel Saini Fondatore di Arbo ci scrive: “L’albero é una Manchinga (nome locale) o Brosimun alicastrun nome scientifico.
All’incirca è alto 35 metri e misura oltre 1 metro di diametro!” Per scoprire meglio di cosa si occupa Arbio e perchè no, contribuire alla salvaguardia della Foresta Amazzonica, può visitare il sito http://italiano.arbioperu.org/“