Il cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) è un imenottero fitofago a spese di Castanea sativa e specie affini.
Esso è originario della Cina, introdotto in Giappone e in Corea, solo in seguito negli U.S.A. e infine, nel 2002 con avvistamenti in provincia di Cuneo, per la prima volta in Europa. Negli ultimi anni si è diffuso ulteriormente, interessando 15 delle 20 regioni italiane. Nel 2009 infatti Dryocosmus kuriphilus risulta assente solamente in Valle d’Aosta, Basilicata, Molise, Sicilia e Puglia. Inoltre è presente in Francia, Slovenia e Svizzera.
Ciclo biologico
Il cinipide galligeno del castagno compie una sola generazione annua, riproducendosi per partenogenesi telitoca.
Le femmine adulte escono dalla galla in un periodo che va da fine maggio agli inizi di luglio. Riproducendosi per partenogenesi, la femmina è subito pronta a ovideporre 100-150 uova. Ne depone in genere 20-30 per gemma, quest’ultima si trasformerà in galla solo quando la pianta sarà pronta per il risveglio vegetativo (primavera). Il primo stadio larvale si sviluppa solamente dopo un mese circa e, siccome sverna come larva nella gemma, avrà uno sviluppo lento causa il freddo. Formatasi la galla, l’insetto s’impuperà nella propria cella per poi sfarfallare e ovideporre a fine maggio-inizio luglio.
Caratteri morfologici.
Si conoscono solo femmine di questa specie, visto che si riproduce per partenogenesi telitoca. L’adulto è di colore scuro e misura circa 2,5 mm. Le zampe sono di colore giallo scuro-arancio. Le antenne sono moniliformi. L’addome presenta peduncolo, l’ovopositore è evidente.
Lotta
Al momento viene combattuto con metodi di lotta biologica, utilizzando il parassitoide Torymus sinensis.
Sulle piante giovani è agevole rilevare la presenza delle galle provocate dall’insetto; in tal caso nel mese di maggio, vanno raccolte le parti infette, provvedendo alla loro distruzione mediante bruciatura, prima cioè della fuoriuscita delle femmine alate, rallentando così la diffusione dell’infestazione.
La lotta chimica risulta piuttosto difficile a causa del ciclo dell’insetto e comunque non praticabile in ambito forestale.
Per far fronte all’emergenza dovuta alla recente segnalazione del cinipide galligeno del castagno in Campania e per una corretta strategia di controllo da attuare nel breve periodo sono stati individuati gli interventi fitosanitari appresso specificati che sono da modulare in base alle caratteristiche del castagneto ed in particolare al tipo di utilizzazione produttiva cioè castagneto boschivo o da frutto, all’età e alle dimensioni delle piante.
Gli interventi da attuare sono da differenziare in base alla tipologia produttiva cioè di castagneto boschivo o da frutto.
Nel caso di castagneto da frutto gli interventi di lotta sono differenziati tenendo conto del ritrovamento dei sintomi o della presenza dell’organismo nocivo in:
nuovi impianti (fino al terzo anno), dove è da prevedere l’estirpazione e la distruzione dell’intera pianta infestata e di tutte quelle comprese entro un raggio di 20 metri;
castagneti di età superiore a tre anni, dove è da prevedere una potatura precoce dei getti colpiti, nonché l’effettuazione di tagli di ritorno drastici per le piante di grandi dimensioni, comunque prima dello sfarfallamento delle femmine (entro fine maggio), distruggendo con il fuoco tutto il materiale asportato e infestato.
Nel caso di ritrovamento di galle vecchie (dell’anno precedente) si procederà a: contrassegnare la pianta colpita; eliminare (distruzione con il fuoco) i rami e i polloni colpiti; ispezionare accuratamente tutte le piante di castagno comprese nel raggio di cinquanta metri, rispetto alla pianta infestata.
Nel caso di castagneto in ambito forestale le piante individuate con sintomi o la presenza dell’organismo nocivo (galle vecchie o nuove) devono essere private degli organi che possono ospitare qualsiasi forma dell’insetto. Il materiale asportato deve essere bruciato.
Nei cedui castanili è necessario tagliare a raso tutte le ceppaie infestate, comprese le matricine, e tutti i polloni in vicinanza del fusto. La ramaglia andrà bruciata sul posto. I fusti ed i pali di castagni ottenuti dovranno essere scortecciati in loco e le cortecce bruciate.
Nell’area circostante alle piante infestate si procederà ad accurate ispezioni per verificare la reale diffusione dell’insetto.
MADRE NATURA,stà reagendo all’evoluzione di questo imenottero arrivato in ITALIA con troppa leggerezza,al momento è l’unica speranza.
noi purtroppo ragioniamo in ore e minuti , invece la natura ragiona in termini di ‘ere’ pertanto come puoi constatare, rapportato a questa scala temporale, la reazione della natura , nel caso del Dryocosmus è stata rapidissima…